Sono nato a Cremona il 3 giugno del 1977, un venerdì, mi dicono intorno all’ora di pranzo, ma non ho mai visto il mio certificato di nascita. Mi fido.
Sono stato il figlio fortunato di due genitori meravigliosi, Noris e Renzo, che mi hanno lasciato qualche anno fa, troppo presto sia per loro che per me. Sono cresciuto in questa città e, salvo qualche breve parentesi, ho sempre vissuto qui, nella rassicurante tranquillità che si respira all’ombra del Torrazzo. Nel quartiere dove abbiamo sempre abitato tutte le vie hanno nomi di fiumi e casa nostra ha sempre avuto lo stesso numero civico. Prima sul Mincio, poi sul Brembo. Sono cresciuto tra l’oratorio, gli amici del cortile, gli scout e i campi da calcio. Ho conosciuto un sacco di persone, ma pochi amici, e ho fatto esperienze che porto nel cuore: tutto sommato sono state un’infanzia e un’adolescenza felici.
Nel frattempo ho anche studiato e nel cassetto ho un diploma di perito tecnico industriale (elettrotecnico, come papà) e una laurea in Lettere Moderne. Ho lavorato nei campi e come barista, ma il mio Lavoro è stato quello di giornalista: una quindicina d’anni, in cui mi sono divertito, ho imparato, progettato, creato, sono cresciuto e mi sono tolto delle belle soddisfazioni anche fuori Cremona. Poi è finita. E le cose si sono complicate un po’ su tutti i fronti.
Ho scritto anche un libro di storia, sul mio Toro, e da tempo immemore ho nel cassetto il secondo. Solo che non trovo più la chiave. Adesso insegno italiano e storia. Faccio l’allenatore di calcio con alterni risultati e vivo con Quindie, una border collie dal cuore grande che mi fa da sveglia, antidepressivo naturale e compagna di pensieri e passeggiate.